Circa l'80% della popolazione adulta è coinvolta in modo più o meno profondo nel gioco d'azzardo; nella maggior parte dei casi il gioco d'azzardo rappresenta un passatempo, un piacevole diversivo che non incide nella vita sociale, lavorativa, familiare ed economica della persona. Tuttavia per una minoranza di soggetti il gioco d'azzardo diventa l'attività principale connotandosi come una vera e propria malattia.
Infatti, così come esistono bevitori sociali, fumatori occasionali, consumatori di stupefacenti, esistono altresì giocatori sociali, per i quali il gioco d'azzardo rimane un'attività di divertimento in cui investire liberamente parte del proprio tempo e del proprio denaro. Per alcuni tale divertimento si trasformerà in dipendenza.
I giocatori compulsivi o patologici sono quegli individui che si trovano cronicamente e progressivamente incapaci di resistere all'impulso di giocare: continuano a giocare nonostante i ripetuti sforzi per controllare, ridurre o interrompere il comportamento; hanno bisogno di giocare quantità crescenti di denaro per raggiungere l’eccitazione desiderata; presentano irrequietezza o irritabilità quando si tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo; mentono ai membri della famiglia, al terapeuta o ad altri per occultare l’entità del coinvolgimento nel gioco d’azzardo; possono commettere azioni illegali come falsificazione, frode, furto o appropriazione indebita per finanziare il gioco d’azzardo; mettono a repentaglio o perdono una relazione significativa, il lavoro oppure opportunità scolastiche o di carriera per il gioco d’azzardo; fanno affidamento su altri per reperire il denaro per alleviare una situazione finanziaria disperata causata dal gioco d’azzardo; dopo aver perso tornano a giocare ancora rincorrendo le proprie perdite (criteri diagnostici del DSM IV) Il fenomeno dell'inseguimento delle perdite (chasing) caratterizza la maggior parte dei giocatori patologici.
Esiste inoltre nel comportamento patologico una marcata predisposizione cognitiva che fa si che il giocatore possa soffrire di un'illusione di controllo per cui egli è convinto di poter influenzare il risultato grazie alla sua abilità anche se si tratta di giochi il cui risultato è affidato solo al caso.
Nella popolazione adulta la prevalenza stimata di giocatori problematici varia dall' 1 al 3% e risulta in crescita soprattutto nelle aree ad alta concentrazione di giochi legalizzati. E' determinata da più fattori come: la grande differenziazione di giochi disponibili, a cui contribuisce anche la necessità da parte dello Stato di aumentare le entrate inventandone di nuovi, la diffusione in contesti di quotidianità (come bar, supermercati, stazioni, etc..) e la massiccia azione pubblicitaria che li reclamizza. Tali fattori contribuiscono ad azzerare la percezione di rischio insita nella pratica ricorrente del gioco.
Responsabile Ser.D. Zona Versilia: Dr. Intaschi Guido.
Referente: Dott.ssa Mirella Aglietti, psichiatra.
Psicoterapeuti: Dr. Emanuele Palagi.
Assistente Sociale: Jelly Paolinelli.
Educatore professionale: Alessio Baldelli.
Osservazione e inquadramento diagnostico.
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