Il gioco è un’ esperienza universale di tutti gli esseri viventi. Negli animali il gioco rimane confinato prevalentemente nell’infanzia e costituisce una palestra di apprendimento di modalità d’azione e di relazione, nella specie umana la capacità di giocare permane per tutta la vita. L’uomo rimane giovane, flessibile e capace di apprendere per tutta la vita nella misura in cui riesce a giocare.
Tuttavia ci sono giochi e giochi. Giocare d’azzardo, ovvero puntare del denaro su un evento casuale, è un gioco che insegna soprattutto a sperare, con poca fatica, di potere cambiare la propria vita, di migliorarla, di realizzare un piccolo sogno, di sfidare o interrogare la sorte, vivere un’emozione diversa, regalarsi una parentesi di evasione o distrazione.
E’ esperienza comune a molti l’avere tentato di sfidare la fortuna attraverso l’acquisto di un biglietto di una lotteria, l’avere scommesso su una competizione sportiva, compilato una schedina, acquistato un biglietto di lotteria istantanea. Questo è un comportamento, oltre che diffuso, privo di rischi o di conseguenze per la maggior parte degli individui. Tuttavia per taluni tale esperienza non si riduce e non si si conclude in un’innocua parentesi e il ricorso al gioco rischia di diventare, in maniera crescente, sempre più continuativo, trasformandosi in una forma di compulsività e di dipendenza con pesanti conseguenze su diversi piani. Questo rischio è particolarmente elevato per i giovani. Perché ?